Martedì 31 maggio 2022, alle ore 17, seduta accademica in modalità ibrida, in presenza dalla Biblioteca “Lionello Poletti” dell’Accademia delle Scienze di Ferrara, in via del Gregorio, 13 (Piazza Ariostea) e online in collegamento sulla piattaforma Google Meet inserendo il codice di partecipazione:  https://meet.google.com/cpv-kmsf-diw  (in seguito visibile sul canale YouTube dell’Accademia delle Scienze di Ferrara)


  • Saluto del Consigliere di Classe dell’Accademia delle Scienze di Ferrara, prof. Adolfo Sebastiani
  • Seduta tenuta dal professor Filippo Frontera  (professore ordinario di fisica sperimentale Università di Ferrara, astrofisico e commendatore dell’ordine al merito della repubblica Italiana) che terrà una relazione sul tema: L’astrofisica spaziale in Italia: il contesto in cui è nata, i primi passi e il suo sviluppo

ABSTRACT

L’Italia ha un’eccellente e lunga tradizione in Astrofisica Spaziale universalmente riconosciuta.
La domanda che nasce spontanea è: come mai questa eccellenza? Quali sono le motivazioni? Quali
sono gli istituti che hanno maggiormente contribuito? Cercherò di rispondere a queste domande
andando a ripercorrere i passi principali delle ricerche spaziali in Italia a partire dalla nascita e
concentrandomi principalmente sugli sviluppi nelle ricerche di astrofisica delle alte energie.


CURRICULUM VITAE

Filippo Frontera è un astrofisico e docente italiano che si occupa di studi astronomici sui raggi gamma celesti.

Professore ordinario di Fisica sperimentale presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Ferrara, in quiescenza dal 2012, per otto anni è stato coordinatore del Dottorato di Ricerca in Fisica. In precedenza, dal 1969 al 1985, è stato ricercatore presso l’IASFCNR[1] di Bologna. Continua la sua attività di ricerca presso l’Università di Ferrara, Dipartimento di Fisica e Scienze della Terra con la docenza in inglese di “Measurements and Observations of X-/gamma-rays”. È associato INAF presso l’istituto  IASF- INAF (ora Osservatorio di Astrofisica e Scienza dello Spazio) di Bologna. È altresì professore aggiunto dell’ICRANET e fa parte del collegio dei docenti del dottorato internazionale IRAP-PhD.

Sin dalla laurea in Fisica con lode nel 1966 presso l’Università di Bologna, ha svolto la sua attività scientifica nel campo dell’astronomia in raggi X. È stato responsabile di molti esperimenti di astronomia in raggi X, tutti con successo, lanciati a bordo di palloni stratosferici dall’Italia, Francia, Stati Uniti e Australia. Tra gli esperimenti di maggiore successo di cui è stato responsabile ci sono senz’altro quelli a bordo del satellite BeppoSAX lanciato il 30 aprile 1996 da Cape Canaveral. Nell’ambito di questo satellite, Frontera è stato responsabile dell’esperimento di alta energia (15-300 keV) Phoswich Detection System (PDS)[2] basato su un sistema di rilevamento Phoswich, e dell’esperimento Gamma-Ray Burst Monitor (GRBM)[3]. Quest’ultimo ha avuto un ruolo fondamentale, insieme alle Wide Field Cameras[4], nella scoperta, avvenuta nel 1997, dell’origine cosmologica dei Lampi di Raggi Gamma (Gamma Ray Burst, GRB), un mistero durato circa 30 anni e svelato appunto grazie a BeppoSAX. Tale scoperta è stata classificata dalla rivista americana Science nella top ten delle scoperte più importanti dell’anno 1997[5] in tutti i campi della scienza. Nel corso della vita di BeppoSAX (30 aprile 1996 – 30 aprile 2002), il GRBM ha rivelato oltre mille GRB[6].

Frontera è stato anche Co-Responsabile dello sviluppo e realizzazione dell’esperimento JEM-X a bordo del satellite INTEGRAL ancora in orbita, con la realizzazione del collimatore di campo e con la calibrazione pre-lancio dell’esperimento presso la facility di raggi X LARIX[7] del Dipartimento di Fisica e Scienze dell’Università di Ferrara, ora diventata una trans-national facility.

Ha collaborato alla progettazione e calibrazione dell’esperimento X di alta energia (HE) del satellite cinese Insight-HXMT sviluppato presso l’IHEP (Institute of High Energy Physics) lanciato con successo il 15 giugno 2017[8] dalla base cinese di Jiuquan nel Deserto del Gobi. La collaborazione con IHEP continua per lo sfruttamento scientifico del satellite.

In collaborazione l’istituto OAS dell’INAF di Bologna, Frontera ha realizzato il primo prototipo di una lente per focalizzare raggi X di alta energia (da 70 a 600 keV) da utilizzare a bordo di satelliti per astronomia gamma. La lente, che può essere utilizzata anche per radioterapia, è stata brevettata.

Nel suo paese di nascita, Savelli (KR), Frontera è stato  l’ideatore e il promotore del Parco Astronomico Lilio, di cui ha progettato l’Osservatorio e il Planetario.

È socio della Società Italiana di Fisica (SIF) e socio emerito dell’American Astronomical Society.

È membro dell’Associazione Gruppo 2003 per la Ricerca Scientifica, costituito da scienziati riconosciuti essere tra i più citati al mondo (Highly Cited) dall’ISI-Thomson di Philadelphia (USA).

Da marzo 2017 , per due anni, è stato Presidente dell’associazione culturale Cenacolo Bolognese di Cultura e Società.

Riconoscimenti

Nel 1998 ha ottenuto il premio Bruno Rossi insieme al team di ricerca del satellite Beppo-SAX per aver scoperto e localizzato la controparte X dei lampi gamma[9] (GRB) e rendendo così possibile la misura della distanza dei GRB dalla Terra. Collaborò al progetto anche l’astrofisico Enrico Costa[10]. Tale scoperta farà insignire entrambi del premio Enrico Fermi della SIF nel 2010[11][12][13].

Nel 2002 ha vinto il premio Cartesio[14] insieme al gruppo di ricerca coadiuvato dall’astronomo Edward Van den Heuvel.

Nel 2012 è stato insignito del Marcel Grossmann Award a Stoccolma per aver guidato il progetto di realizzazione del Gamma-ray Burst Monitor[15][16][17][18][19][20][21][22] a bordo di Beppo-SAX.

Onorificenze

Commendatore dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana - nastrino per uniforme ordinariaCommendatore dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana
«Di iniziativa del Presidente della Repubblica»
— Roma, 13 febbraio 2014[23]