Giovedì 11 marzo 2021, alle ore 16,30, convegno di studi in diretta streaming dalla biblioteca “Lionello Poletti” dell’Accademia delle Scienze di Ferrara.
PROGRAMMA
- Saluti del presidente dell’Accademia delle Scienze di Ferrara, dottor Francesco Scutellari;
RELATORI
- dottor Lorenzo Cappellari (Az. Osp. Univ. Sant’Anna FE, s.s.d. Chirurgia d’urgenza), parlerà sul tema: “Le gueules cassées”, ovvero le facce rotte della ‘Grande guerra’;
- dottoressa Ilaria Pezzini (Az. Osp. Univ. Sant’Anna FE, u.o. Chirurgia plastica) e i dottori Manlio Galiè, Stefano Mandrioli, Luisa Valente (Az. Osp. Univ. Sant’Anna FE, u.o. Chirurgia cranio maxillo facciale) parleranno sul tema: La chirurgia plastica e bucco-facciale nella ‘Grande guerra’.
- dottor Donato Bragatto (Associazione cult. di ricerche storiche “Pico Cavalieri, FE) parlerà sul tema: La sanità militare a Ferrara nella ‘Grande guerra’.
Questa seduta accademica sarà visibile in modalità streaming sul seguente canale:
ABSTRACT
Quando il 28 Luglio 1914 iniziò la prima guerra mondiale, probabilmente, non si aveva ancora la piena consapevolezza della terribile potenza distruttiva delle nuove armi che gli eserciti potevano mettere in campo, grazie ai progressi della scienza nel campo della chimica, fisica, meccanica. Si pensi al ruolo delle mitragliatrici o delle artiglierie, che potevano mettere fuori combattimento interi battaglioni in breve tempo.
I medici militari dell’epoca, si trovarono a dover far fronte, oltre alla gravità delle ferite, anche alla numerosità di soldati che arrivavano nei posti avanzati di medicazione e negli ospedali di retrovia, soprattutto in concomitanza di assalti, battaglie e bombardamenti. Vennero poste in questo contesto le basi della moderna selezione dei feriti (triage).
Nikolai Ivanovich Pirogoff (1810-1881), forse il più importante chirurgo russo della sua epoca, sentenziò che: “La guerra è un’epidemia di traumi”. Durante le più cruente battaglie, sul Carso, nel 1917, per quello che riguarda l’Esercito Italiano, la percentuale dei soldati colpiti raggiunse il 56,3%.
Un particolare aspetto della traumatologia di guerra è quello che riguarda le ferite del volto. I soldati sopravvissuti al trauma iniziale, col volto deturpato, con gravi menomazioni dei sensi, dovevano affrontare lunghe convalescenze, spesso con ripetuti interventi.
Il loro aspetto e le invalidità erano causa di grandi difficoltà al reinserimento nella famiglia, nel mondo del lavoro e nella società in genere.
I chirurghi riuscirono a ottenere risultati eccezionali, considerando quello che era allora disponibile dal punto di vista degli strumenti, dei farmaci, dei materiali. La numerosità e complessità dei pazienti permise di sperimentare e affinare tecniche chirurgiche innovative che posero le basi della chirurgia plastica e cranio maxillo facciale dei nostri giorni.
Anche Ferrara ebbe un importante ruolo nella sanità militare della Grande guerra, soprattutto dopo la rotta di Caporetto, quando gli ospedali della città divennero ospedali di retrovia del fronte.
Il convegno si propone di analizzare questo importante capitolo della medicina e chirurgia dell’epoca, ricordando anche le figure dei principali maestri e pionieri.
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