Venerdì 11 febbraio 2022, alle ore 17, seduta accademica in modalità ibrida, in presenza dalla Biblioteca “Lionello Poletti” dell’Accademia delle Scienze di Ferrara, in via del Gregorio, 13 (Piazza Ariostea) e online in collegamento sulla piattaforma Google Meet inserendo il codice di partecipazione: mhw-ucms-faa o lanciando il link: meet.google.com/mhw-ucms-faa (in seguito visibile sul canale youtube dell’Accademia delle Scienze di Ferrara)
Sarà consentito seguire l’evento sia da casa collegandosi al link: meet.google.com/mhw-ucms-faa , sia in presenza, fino a esaurimento dei posti disponibili (info@accademiascienze.ferrara.it) e con l’esibizione del Green Pass di vaccinazione.
- Saluto del Presidente dell’Accademia delle Scienze di Ferrara, prof.ssa Alessandra Fiocca
- Conferenza tenuta dal dottor Carlo Contini (professore ordinario di Malattie infettive e tropicali, sezioni di Malattie infettive e dermatologia, Dipartimento di Scienze Mediche, Direttore U.O.C. Malattie Infettive Universitarie, Azienda Ospedaliero Universitaria di Ferrara) che parlerà sul tema: Anatomia delle Pandemie recenti e passate: risvolti clinici, economici e sociali
Abstract
Sin dall’ antichità, le civiltà hanno affrontato varie ondate epidemiche di Malattie Infettive che si sono spesso protratte per molti anni. La Peste Nera, devastando l’Europa dal 1347 al 1352, ha sterminato tra il 25 e il 50% della popolazione generando cambiamenti economici, geopolitici e religiosi; poi ancora il colera, il vaiolo e infine il tifo per menzionare le più tristemente famose. Accompagnando carestie e guerre e fluttuando con i periodi del grande freddo, queste malattie contagiose hanno imperversato apparendo e scomparendo con il trascorrere dei secoli. Al tempo in cui non esistevano mezzi veloci quali treni e aerei, i viaggi sulle lunghe distanze avvenivano via mare: germi e malattie entravano con le navi nei porti, punti d’ingresso delle epidemie, entrando poi in contatto con l’uomo.
Negli ultimi 100 anni numerosi virus riemergenti o emergenti, hanno causato epidemie in diverse zone del pianeta soprattutto in Asia, in quell’area estremamente vasta compresa tra Russia siberiana e Cina occidentale in cui le condizioni igieniche precarie e la stretta coabitazione tra pollame, suini e uomo, ha consentito l’insorgenza delle più rilevanti pandemie influenzali per motivazioni solo in parte conosciute ma non disgiunte dai meccanismi evolutivi degli stessi virus (mutazioni ed instabilità genetica), attività antropiche, alterazioni di ecosistemi e spillover. In tale contesto, gli uccelli, migratori o stanziali, le modalità diffusive ed il contagio interumano diretto hanno giocato un ruolo essenziale nelle pandemie, complice la globalizzazione di persone, merci e microrganismi.
L’influenza “spagnola” definita “la madre di tutte le pandemie” e l’H1N1 “il virus patriarca”, è stata al pari della Peste Nera, il secondo olocausto più grande della storia, anche se spesso relegata a piè pagina nei libri di storia. Nella sola Italia, la spagnola contagiò circa il 12% per cento della popolazione. Vi furono circa 600.000 morti e la letalità è stata maggiore del 2.5%. Come altrove, l’influenza pandemica colpì in tre ondate successive e ravvicinate. Il virus arrivò attanagliò il paese in una morsa epidemica da sud a nord. La concomitante Prima Guerra Mondiale come una grande Idra, assorbì e asservì a se ogni risorsa, depauperando soprattutto la già precaria organizzazione sanitaria. La guerra richiamò a sé le energie migliori di personale, di congegni, di mezzi, in difesa di interessi superiori”. Quando l’influenza colpì Ferrara, la città poteva contare su strutture d’avanguardia e su medici e scienziati destinati a lasciare il segno nel campo della medicina applicato alle arti militari. Nel 1918-19 infatti, Ferrara fece molto per contenere gli effetti devastanti della guerra; fu costruita la più grande unità della Croce Rossa in Italia e poi ancora il famoso Ospedale Militare Neurologico di Villa Seminario, primo ospedale neurologico italiano della Grande Guerra per i reduci del fronte, destinato alla cura specializzata delle malattie nervose e delle psicosi causate dalla guerra.
Non posso non menzionare altri virus zoonotici quali l’HIV, apparso nel 1981, l’H5N1 (influenza aviaria) nel 1997, la variante “suina” H1N1 nel 2009, l’H7N9 nel 2013, tutti esempi di malattie influenzali a carattere epidemico/pandemico; non ultimi, i coronavirus responsabili della SARS (SARS-CoV-1) nel 2003 e della MERS (MERS-CoV) del 2012, la cui diffusione è stata interrotta grazie alle tempestive misure di sorveglianza ed alla collaborazione internazionale, agli innovativi mezzi diagnostici che hanno permesso di contenere ed evitare l’estendersi a livello globale. Non così è stato per l’attuale pandemia da COVID-19.
Le epidemie hanno avuto un ruolo rilevante nella storia dell’umanità sul piano sanitario, demografico, sociale ed economico. Non si deve disperdere il patrimonio di conoscenze e di valori acquisiti attraverso secoli di lotta alle grandi epi/pandemie del passato. Chi non conosce il proprio passato rimane un bambino, scriveva nel 460 a.C. Ippocrate di Kos, padre della medicina. Imparare dunque dall’esperienza, per gestire con successo il presente.
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